RIUNIONE ROMANA
Mi parte evidentissimo e di tanta importanza il contrasto tra la riunione del comitato di coordinamento e l'assemblea pubblica convocata da Marco Pannella.
Cioe', da una parte abbiamo avuto un gruppetto di persone che si arroga
la facolta' di chiamare chi piu' gli aggrada (e intendiamoci, ne ha piena facolta' legale,
legittimissima, ma politicamente la scelta e' ancora una volta suicida e avvilente), un
gruppetto paranoico privo di prospettive di nessunissima natura. Dall'altra abbiamo quel
pazzo di Pannella che sabato pomeriggio comunica al mondo radicale un'assemblea pubblica
alla quale nessuno ha creduto ; in piu' chi ci avrebbe potuto credere, magari non ha
pensato di collegarsi ad Agora' la sera del 29 luglio ne' la mattina del
'30.
Il comitato da solo, nella sua chiusezza paranoica, e' vittima di un
duplice meccanismo prodotto dall'elio finito in quei cervelli dopo l'8% delle europee:
voglia di tenersi tutto per se' e timore di perdere il gia' acquisito. L'avidita' e
l'arroganza con le quali i radicali si sono mossi dalla primavera del '99 li ha portati
non tanto all'isolamento dalle altre forze partitiche (in questo caso e' un bel guadagno)
quanto all'isolamento dagli elettori. Ecco, i benedetti elettori. Quelli del proprio
collegio, magari. Una volta che la mandria di elettori ha compiuto il proprio dovere
firmando referendum e liste elettorali, c'e' da domandarsi quale posto occupi nella
coscienza dei politici italiani, se non quello di
fastidiosissimo accessorio.
A questo punto:
Fa ridere la sola idea di un comitato di "coordinamento" di qualsiasi soggetto
politico, figuriamoci di quello radicale. "Coordinare" significa far muovere
insieme elementi messi sullo stesso piano. Invece, appare evidente che le possibilita'
decisionali del comitato di coordinamento sono schiaccianti sul resto del movimento
radicale. Quindi, includendo il comitato parlamentari europei, essendo inamovibile da
Roma, ed esercitando immense influenze psicologiche su tutti i "simpatizzanti",
non di un comitato di coordinamento si tratta, ma di un comitato di subordinamento.
Roma da' gli ordini e, invece di riordinare le cose, provoca
subordinazione da parte di militanti e iscritti quanto mai supini alle decisioni della
Capitale.
FUTURO
Ci sono le politiche nel 2001. Fosse la volta buona che, anziche'
illudersi
di avere eletti per grazia berlusconiana o dalemiana, qualcuno usi quella
campagna elettorale in vista delle comunali del 2003?