CAMPOBASSO 4/10/00
Bozza di programma per le elezioni on line
Chi su questa possibile bozza programmatica ci sta si faccia avanti, quello che ci resta è questa occasione.
PREMESSA
La proposta che segue vuole essere la enunciazione di un impegno su idee e azioni
politiche conseguenti alla loro realizzazione. Il problema per noi non è quello di
avviare un confronto programmatico e congressuale tra chi vuole andare con Berlusconi, chi
con Veltroni, o tra chi si sente solo proibizionista e chi chissà quale altra
cosa
.! Il problema fondamentale per i radicali in questa fase ruota attorno a due
questioni fondamentali:
1) quali i contenuti per un programma di iniziativa politica dell'area radicale (solo dopo
si vedrà con quali, se ne esistono, compagni di strada per realizzarlo);
2) quali gli strumenti per rendere agibile e condivisa la vita e le scelte
dell'organizzazione radicale.
Chiediamo, a chi condivide questa bozza aperta di programma, di portare ulteriori
contributi per arricchirla o, anche, modificarla e dichiarare la eventuale disponibilità
alla presentazione di una Lista. Questa proposta è anche un appello a tutti coloro che
per il tempo di vita che essi hanno dato all'impegno politico radicale sentono
l'esperienza e il patrimonio politico radicale come loro proprio e che non intendono
abbandonare senza prima lottare.
CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE
A) Ci sono due distinti contesti quello italiano e quello delle relazioni internazionali e
dei rapporti tra stati e governi;
B) Il contesto italiano ha bisogno di un soggetto politico che abbia i caratteri e le
specificità proprie per poter agire al suo interno;
C) Il contesto delle relazioni nella comunità internazionale ha bisogno di un soggetto
che sarà politico, ma in un senso diverso da quello che si intende con lo stesso termine
per il soggetto italiano;
D) Gli ultimi incontri radicali all'Ergife sono stati chiamati congressi radicali: ma non
si è capito dove finiva la Lista Bonino e dove cominciava il Partito Radicale e dove si
trovassero e cosa facessero gli altri soggetti dell'area radicale; un partito
transnazionale non può vivere del solo respiro liberista, o, perlomeno, dare
l'impressione di ossigenarsi solo con questo; che l'iniziativa politica radicale sia
venuta connotandosi in senso meramente economicista non crediamo che sia solo una
impressione superficiale;
E) La questione Radio Radicale
Una possibile obiezione a quanto sostenuto al punto (B) potrebbe suonare più o meno
così: oggi le relazioni politiche sono intrecciate e globalizzate come non mai nella
storia recente, per cui il piano interno e quello internazionale non possono essere
separati nello sviluppo della iniziativa politica.
Siamo pienamente consapevole che esistono rapporti ineludibili tra la natura dei problemi
interni all'Italia e il contesto internazionale. Ma questo legame non può autorizzare a
confondere i piani, che restano distinti sia per metodo che per contenuti.
Chiarito quello che poteva ingenerare un possibile equivoco, veniamo al punto (C).
Qui abbiamo due questioni:
la prima riguarda il programma politico e gli obiettivi, la seconda è relativa alle
caratteristiche del soggetto politico interno.
OBIETTIVI
1. Subito una Convenzione Congressuale Nazionale, che verosimilmente sarà dei
quattromila, dell'area politica radicale, alla quale intendiamo presentarci con una
mozione, che chieda in primo luogo che si elegga una presidenza e si definiscano le regole
del dibattito per stabilire obiettivi politici e strategie e, quindi, su questa base la
Convenzione possa eleggere una direzione e configurare l'organizzazione politica radicale
in senso democratico e federalista;
2. Pare che nessuno si sia accorto della straordinaria qualità del lavoro che si è fatto
su Radio Radicale nel raccogliere il know- how sui temi delle conseguenze etiche e
legislative prodotti dal progresso tecnologico- scientifico nel campo della microbiologia
e dell'ingegneria genetica; ci troviamo di fronte ad effetti rivoluzionari nel campo delle
tecnologie e delle scienze biologiche che obbligano a ripensare l'istituzione stessa della
famiglia e delle relazioni parentali. Una forza che per tradizioni e ambizioni voglia
dirsi radicale non può eludere la portata di simili effetti. La mistificazione e la
falsificazione che la teologia ha fatto del cristianesimo si trova oggi ad affrontare
emergenze per la sua sopravvivenza ben più impegnative di quelle a cui venne costretta da
G. Bruno, Galileo e Darwin. Oggi non è possibile allestire roghi, ma si possono imbastire
processi inquisitori, con legislazioni che blindano il diritto e i diritti di libertà con
i simulacri di un'etica antica di duemila anni. L'ingegneria genetica e le sue
applicazioni nella sfera della vita umana, da un lato costringono ad un ripensamento di
nuove forme di spiritualità, dall'altro stanno già condizionando le vite concrete e i
rapporti interpersonali, che mettono in discussione dalle radici l'istituzione della
famiglia, le relazioni parentali, la procreazione e offrono la replicazione della materia
biologica in forme inimmaginate, e inimmaginabili. Le ricerche sulla clonazione e le sue
applicazioni nel campo della cura di terribili malattie genetiche, la fecondazione
assistita, il diritto dei single di poter procreare e adottare, scuotono l'assetto di
pregiudizi morali posti a fondamento della "sacralità della nozione di famiglia
monogamica". E che questo non sia un discorso campato in aria, viene messo
drammaticamente in luce dalla legislazione proibizionista della fecondazione assistita e
dalla emanazione dei decreti incostituzionali, con cui si vieta la ricerca di base nel
campo della biologia molecolare applicata alla clonazione. In tale contesto diviene un
dovere lanciare una battaglia per il riconoscimento dell'eutanasia, del diritto alla
"buona morte", come parte integrante, e oggi non riconosciuta, del rispetto del
diritto alla vita. E ciò diviene una urgenza per dare una speranza in più ad una
possibile, e più umana felicità. Si tratta di aggredire la legislazione sulla famiglia e
le relazioni parentali in tutti i suoi aspetti: legalizzazione delle unioni tra
omosessuali, adozioni, rapporti legali genitori-figli, divorzio (oggi si incontrano più
problemi in una causa di divorzio di quanti con esso si voleva risolvere);
3. Chi in Italia si sta occupando seriamente, in termini di uso politico, di quello che la
ricerca scientifica può mettere a disposizione di una politica che ancora resta al palo
del suo ammuffito mestiere? Antropologicamente e sociologicamente, rischiamo di essere non
molto dissimili dagli altri quando ci sfugge la imprescindibilità del legame, se non
dalla dipendenza, della politica da quanto la scienza e la tecnologia obiettivamente e
ineluttabilmente immettono nell'organizzazione della vita sociale. La vera e unica
diversità di una politica altra e alta, rispetto al carattere ideologico e retorico di
una tradizione fatta di oscurità e oscurantismo nella comunicazione della tradizione
politica italiana, può consistere solo nella consapevole immissione del sapere e della
conoscenza scientifica nella definizione degli obiettivi e della iniziativa politica;
4. Ancora, per quanto riguarda gli obiettivi, vanno certamente perseguiti quelli
indicati nei quesiti referendari e quindi le questioni di riforma economica e del lavoro,
di riforma della giustizia e del sistema elettorale, e che sono ancora nell'immediato
nell'agenda politica del Paese,
5. Ma è il caso di aggiungere a questi le gravi questioni aperte nel campo della riforma
del sistema dell'istruzione secondaria, nella quale vivono le speranze delle centinaia di
migliaia di giovani e delle loro famiglie. E' stupefacente come alla politica, e anche
alla nostra politica, è estranea la consapevolezza del degrado di una istituzione, che è
capace di produrre ignoranza su scala di massa, e dove è possibile sperimentare, come
accade in nessun altro luogo del vivere civile, il disperato avvertimento della mancanza
di senso e di motivazioni, ad esempio:
 il sistema scolastico italiano, che non possiede un sistema di valutazione
dei meriti dei propri studenti, non può che produrre in tempi rapidi decadenza e
analfabetismo culturale, questi sì di massa;
 nei progetti di riforma della scuola secondaria superiore si insiste ancora
nella follia di consentire a tutti, indiscriminatamente, e senza prove di ingresso, che
dimostrino il possesso dei requisiti conoscitivi necessari, laccesso ad un indirizzo
piuttosto che ad un altro, si continuerà così a produrre giovani disadattati e a
mortificare i più dotati, o semplicemente più motivati allimpegno di studio, e si
declasserà sempre più al qualità della didattica;
 lAutonomia scolastica si rivelerà un grave inganno e un ennesimo
danno, se non si introduce il principio di responsabilità personale per chi dirige la
scuola e a cui si vogliono conferire compiti e autonomia gestionale. Se ogni preside
diventa un piccolo manager pubblico, che si sente garantito nel posto e nello stipendio,
allora i fenomeni di corruttela, di clientelismo e di inefficienza diverranno
irrefrenabili;
 agli insegnanti va tolta ogni forma di inamovibilità; essi dovrebbero poter
fruire di un sistema di verifica periodiche del loro grado di qualità professionale e su
quella base determinare differenziazioni in termini di retribuzione, e non come accade con
lo scandalo delle regalie degli incentivi volute dagli accordi sindacali, che deprime
leccellenza della nostra scuola e premia e tutela gli ignavi e gli analfabeti ;
 è necessario introdurre nel sistema scuola, il principio della personale
responsabilità e di conseguenza della libera competizione tra istituzioni formative.
 il ministero della Pubblica Istruzione, i Provveditorati e le Sovraintendenze
scolastiche vanno rapidamente smantellati".
IL SOGGETTO POLITICO INTERNO
Una sola che vale per tutte:
il soggetto interno deve dare spazio e parola alle tante intelligenze, e anche alle tante
inevitabili stupidità, che si sono avvicinate e si avvicinano all'area radicale e non
respingerle. E' da mesi che riceviamo in gran numero sollecitazioni e testimonianze di
volontà di organizzazione e impegno politico. E' probabile che questo fenomeno sia
diffuso anche in altre parti d'Italia.
Crediamo che sia necessaria e urgente un'organizzazione su base regionale, con un
coordinatore regionale e, per essere chiari, senza ruoli di funzionariato. Noi ci
definiamo un'area politica non solo democratica ma anche federalista. Se veramente
vogliamo gli Stati Uniti d'Europa forse dovremmo prima volere gli stati uniti dei nostri
militanti e il loro diritto a rappresentare legittimamente, legalmente e statutariamente
le loro aree territoriali e regionali. Gli stati confederati americani o svizzeri sono
innanzitutto territori abitati da uomini e donne, portatori di idee e legittimi interessi,
e le forze politiche che animano il dibattito e la lotta politica in quei paesi, sono
forze che nella loro struttura interna hanno una organizzazione che riflette la democrazia
e il federalismo delle loro società. Se la democrazia non vuole essere una parola vuota e
il federalismo solo un freddo schema di ingegneria istituzionale, allora cominciamo a
dargli calore e vita rendendoli praticabili in quella che dovrà, o dovrebbe, essere il
nostro modello di organizzazione politica.
IL PARTITO TRANSNAZIONALE
Gli ultimi congressi hanno sofferto di un'acritica, inutile e confusa autocelebrazione.
Non hanno affrontato i veri nodi politici che abbiamo dinanzi, hanno ridotto e
circoscritto la possibilità di sviluppo dell'iniziativa politica. La propaganda è
indispensabile nella comunicazione politica, soprattutto in un tempo in cui la massa e la
velocità dell'informazione smarriscono il senso della memoria. Ma crediamo che le radici
della ragione, quando ad esse si offre la possibilità di consolidarsi sono più forti di
ogni bisogno di rincorsa propagandistica.
Abbiamo bisogno di un'occasione che lanci il soggetto italiano e di un'altra che
ridefinisca il ruolo e i compiti immediati della trasnazionalità.
Il Partito Radicale Trasnazionale deve esercitare qui, e solo qui, la sua funzione, il suo
luogo è la Trasnazionalità.
Il mondo, per quanto villaggio globale, è ancora troppo vasto. Una vastità tutta umana,
sono le contraddizioni della specie umana a renderlo ancora indecifrabile e carico di
incertezze, anche solo nel medio periodo. I suoi problemi troppo gravi e complessi,
perché la grande idea transnazionale di un piccolo partito possa essere distratta dalla
specificità del contesto italico.
L'essere politico di una forza politica trasnazionale non può esercitarsi se non con la
denuncia circostanziata e documentata, con concreti interventi sui fronti caldi per
alleviare, per quello che si può le sofferenze più atroci e intollerabili.
OBIETTIVI DELLA TRASNAZIONALITA'
 Abbiamo bisogno di forme di collaborazione con associazioni non
governative come Amnesty, Emergency, Medici Senza Frontiere, ( A quest'ultima è stato
assegnato il premio Nobel per il 1999);
 Potremmo proporre azioni comuni per la battaglia sul fronte della creazione
di una giurisdizione e di istituzioni sovranazionali, che codifichino il concetto di
"ingerenza umanitaria" e smascherare l'inutilità degli ecumenici
"umanitarismi" che appagano la "buona" coscienza dell'opulenza degli
averi nella permanenza dell'atrocità dell'essere.
 Accanto a questo si tratta di rilanciare la denuncia e la battaglia contro la
denutrizione, la tutela dell'infanzia, il controllo delle nascita, il controllo delle
armi, il disarmo e il governo mondiale dell'ecosistema del pianeta. Rendere centrale
l'iniziativa politica contro la fame, le guerre, gli stermini e i genocidi, e per il
governo degli esodi e migrazioni planetarie che sono la conseguenza, anche se non solo,
della esplosione demografica. Popper includeva la bomba demografica tra i più grandi
pericoli che minacciano la pace e la convivenza tra gli uomini. La battaglia per il
controllo delle nascite, non può non divenire uno dei terreni di politica interna e
internazionale per tutti noi;
OSSERVAZIONI SU RADIO RADICALE
Radio Radicale, così come accade per l'organizzazione politica dell'area radicale,
conserva una formula antica di anni, che rimane immobile e sclerotizzata nel suo modo di
essere rispetto ai cambiamenti che investono la società contemporanea. Essa è l'organo
di una Lista, la Lista Pannella, che politicamente e organizzativamente non esiste più.
Ma a parte questo, l'idea stessa dell'esistenza di una radio che è "Organo" di
una forza politica non crediamo che possa soddisfarci. Noi facciamo riferimento al mondo
anglosassone, ma negli USA e nel UK esistono "organi" di partito? Piuttosto
Radio Radicale sembra essere l'organo di tutto il mondo politico rappresentato nelle
istituzioni. Infatti non si dice forse che essa è la radio di tutti i partiti? Una radio
che intervista dalla mattina alla sera i Casini, i Bertinotti, le Francescato, i Pecoraro
Scanio, i Dini e via dicendo? E che dire di quella formula della rassegna "Stampa e
regime"? E così accade che resti solo una formula vuota, perché se c'è la rassegna
di quella stampa di certo sfugge il regime! Come si può ogni mattina, fatta salva
l'ironia e l'intelligenza di Massimo Bordin e la straordinaria competenza dei nostri
redattori, fare una lettura di quello che i Casini, i Bertinotti, le Francescato, i
Pecoraro Scanio, i Dini e via narrando, hanno detto il giorno prima? Ma a chi può fregare
qualcosa di quello che Mastella oggi dice e che aveva già detto il giorno prima? Di
quello che Berlusconi risponde a Veltroni e così via? Gli unici interessati a questo
"chattare" di politichese sono i diretti interessati vale a dire i Casini, i
Bertinotti, le Francescato, i Pecoraro Scanio, i Dini e via dicendo. Accadono tante cose
che riguardano la politica internazionale, la società italiana, l'economia, la scienza,
la tecnologia e le arti senza che se ne tenti una divulgazione e un approfondimento, anche
solo parziali. Non si può ridurre Radio radicale ad essere il megafono di una chat line
"politica" del chiacchiericcio italico. L'unico serio tentativo di
approfondimento politico e scientifico realizzato su Radio radicale in questi ultimi due
anni sono state le trasmissioni curate da Cinzia Caporale sulle questione della bioetica.
Quello di Cinzia Caporale non potrebbe essere il modello che trasversalmente potrebbe
essere adottato anche per la trattazione dell'informazione più propriamente
"politica"? Vogliamo che Radio Radicale da "organo" si tramuti in
strumento di approfondimento non del "mestiere" della politica, ma della polis e
quindi, ma solo in questo senso, della politica.