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Dal Forum: 17/6/01

(17 June 2001 9:6)
Mi vorrei tanto sbagliare, ma ho come una impressione che si lega pero’ a doppio filo a questo dibattito. Non vorrei che dal cilindro delle Teste Pensanti prendesse vita la consueta 'grandinata referendaria': 20, 30 o anche piu' (ma anche uno) elisir di lunga vita. Magari in condominio organizzativo con Tizio o Caio (Di Pietro, il Fronte per la liberazione del lamellibranco). La Soap Opera 'Fallimenti' registrerebbe la sua quarta puntata. Certo... la sinistra potrebbe utilizzarli per costruire una degna opposizione, la destra a sua volta per compiere un salto di qualita', ma ci sono mille modi - lo sanno anche i sassi di Milano - per aggirare un referendum. Il percorso iniziato con l'abolizione delle preferenze ha consegnato agli italiani, alla fine, le liste civetta e lo scorporo, la legge Vassalli oscuro' il referendum Tortora, il finanziamento pubblico e' stato semplicemente trasformato con un 'abracadabra'... E poi rimane sempre il 'tutti al mare'. Ma certo: la colpa e' del regime partitocratico, dell'informazione scempiata, ecc. ecc. Affermazioni queste, lo voglio dire per chiarezza, tutte vere, verissime. Una analisi pero' inadeguata a vincere: la dimostrazione e' nei fatti scaturiti dalle analisi di questa classe dirigente radicale. I contenuti potranno anche passare, ma i deputati no. Una politica, quella radicale, che mi ricorda una pubblicita’ ‘E chi sono io? Babbo Natale!’

Si salva la Direzione, si atrofizza un possibile dibattito sulle cause 'vere' della Soap Opera, si traccia la soluzione di continuita' tra passato e futuro. La Rivoluzione Liberale avanza... ma dove? E con chi? Con un esercito di interinali? Primum vivere? Bah... vivacchiare!

Nel 1923 il Cominterm tento', su spinta di Trockij, di promuovere la rivoluzione in Germania. Il fallimento, prevedibile e previsto da molti dei membri dell'Internazionale comunista, non spinse pero' Trockij a modificare la sua teoria, perche' lo attribui' a ragioni contingenti. Bisognava mutare la tattica ma non la strategia. Poco dopo inizio' la stalinismo.

Per Rocco Berardo: la tua immagine e’ chiarissima. Il PRT e’ stata la Farnesina radicale, ma vorrei chiederti: dove sta il problema? Mi sai indicare, sempre in odor di tua metafora, quale Stato (a parte il Bhutan, San Marino e Andorra) non ha una sua politica estera? E in quale parte del mondo questa politica e’ sganciata (in teoria e pratica) da quella interna? Gli esteri in Italia, per esempio, sono al secondo posto nella scala gerarchica ministeriale.


CR Critica Radicale - 16/03/13 - E-mail: info@eclettico.org