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Seminario per educatori della Scuola internazionale di studi sulla Shoah allo Yad Vashem 25/6 - 19/7/2000
Perché parlare di Shoah Studiare la storia è relativamente semplice, basta prendere un libro di storia, leggerlo e ripeterlo, ma capirla davvero e saperla comunicare è tutta un'altra faccenda. Quando poi si parla di Shoah la questione si complica ancora di più, per tre motivi principali. Innanzitutto è un evento che ancora tocca da vicino le coscienze di mezzo mondo e quindi non è facile parlarne; inoltre è un argomento di cui si parla così tanto da poterne essere stufi e, last but not least, è difficile capire ed insegnare la Shoah perché solo coloro che l'hanno vissuta sanno davvero che cosa è stata, noi possiamo soltanto vagamente intuirlo. Malgrado tutte queste difficoltà credo sia comunque importantissimo studiare ed insegnare la Shoah: perché bisogna capire molto bene quello che è accaduto per evitare che quell'orrore accada di nuovo, perché è troppo facile accantonare la Shoah dicendo che se ne è parlato fin troppo e così sentirsi la coscienza sollevata da colpe non ancora risolte, perché anche se non possiamo capire perfettamente cos'è la Shoah, possiamo però studiarne i meccanismi e le motivazioni e quindi evitare che si ripetano. Seminario per educatori dello Yad Vashem. Ogni anno lo Yad Vashem organizza due Seminari per educatori sulla Shoah in inglese le cui lezioni sono di altissimo livello (come si può constatare - più sotto - dai nomi dei relatori) e molto interessanti per tutti coloro che vogliono studiare questo evento in modo approfondito. L'introduzione Il Seminario E quindi è stata trattata la parte più lunga e precipua dell'argomento in questione, attraverso l'analisi attenta ed approfondita dell'ascesa del nazismo e delle idee razziste -che furono fatte accettare alla popolazione tramite una propaganda sottile che proponeva il miraggio di una società nuova, meravigliosa, piena di valori positivi per l'individuo e la nazione (David Bankier: "Ideologia razziale nazista", Ilan Avisar: "Film nazisti di propaganda", David Bankier: "Nazisti: Politica - Persecuzione degli ebrei 1933-39", Ephraim Kaye: "Seconda Guerra Mondiale: la storia attraverso estratti di film", Daniel Uziel: "La struttura e la funzione della macchina della propaganda nazista") - seguita dall'analisi delle modalità e tecniche dello sterminio senza dimenticare di sottolineare la resistenza ebraica, purtroppo poco conosciuta, ma sempre presente: dal '42 al '45, solo nei lager, vi furono 11 rivolte e dal '41 al '43 furono 14 nei ghetti, quasi tutti in Russia e Polonia, il cui esito fu però quasi sempre negativo a causa della maggiore organizzazione e forza militare dei nazisti (David Bankier: "La soluzione finale 1940-45", Nili Keren: "Il campo di Terezin - 'Il ghetto modello'", Ephraim Kaye: "La decisione di uccidere gli ebrei e la Conferenza di Wannsee 1941-42", Yehuda Bauer: "La leadership ebraica- lo Judernrat: Europa occidentale ed orientale", Yehuda Bauer: "La leadership ebraica - I movimenti giovanili", David Silberklang: "Operazione Reinhard: il massacro dell'ebraismo polacco", Gideon Greif: "Auschwitz - Una fabbrica di morte", al Kibbutz dei Combattenti del Ghetto: "La resistenza ebraica" e "Gli ebrei olandesi durante la Shoah") ed infine l'analisi del comportamento degli alleati - purtroppo molto discutibile poiché intervennero molto in ritardo e non si curarono affatto di fermare lo sterminio degli ebrei, malgrado ne fossero a conoscenza - e della reazione religiosa degli ebrei di fronte al massacro: accettazione passiva del volere di D-o, o accettazione di sacrificarsi rendendo omaggio al nome di D-o, o fede ancora più salda di fronte ad un D-o che mette alla prova l'uomo, o credere ma allo stesso tempo discutere ed accusare D-o, o ateismo completo (David Silberklang: "La risposta degli alleati", 1st Lt. Meyer Birnbaum:"La liberazione vista attraverso la prospettiva di un liberatore", Pesach Schindler: "La fede ebraica durante la Shoah"). E' stato affrontato anche il periodo dopo la guerra attraverso l'analisi della rappresentazione della Shoah nell'arte, delle reazioni dei sopravvissuti - che hanno faticato molto a riadattarsi alla vita normale, in una società che non li voleva, li considerava come un peso ed un continuo ricordo delle proprie colpe - di coloro che hanno salvato ebrei a costo della propria vita, della caccia ai criminali nazisti - difficile ma necessaria in nome non certo della vendetta, ma della giustizia verso persone che hanno commesso crimini orribili che l'umanità non può dimenticare neanche con il passare del tempo - del negazionismo - purtroppo sempre presente, che osa negare l'esistenza della Shoah o sminuirla, ignorando completamente i testimoni oculari di quegli orrori - e dei cambiamenti teologici del cristianesimo dopo la Shoah - che, a partire dal Concilio Vaticano II, ha abolito la Teoria della sostituzione (secondo cui i cristiani sono il nuovo Israele ed il patto fatto tra D-o ed il popolo di Israele non ha più valore) e del deicidio (gli ebrei colpevoli di aver ucciso il Dio che si era fatto uomo: Gesù Cristo), aprendo le porte ad un dialogo molto difficile ma non impossibile (Manuela Consonni: "La rappresentazione della Shoah nella letteratura e nei film in Italia", Ziva Amishai-Maisels: "Shoah e arte", Moshe Harel Sternberg: "La psicologia del sopravvissuto", Nannie Beekman: "I giusti frale nazioni", Efraimm Zuroff: "Caccia ai criminali di guerra nazisti", Ephraim Kaye: "La negazione della Shoah", Gemma Del Duca: "Il Vaticano e la Shoah - Teologia cristiana dopo la Shoah"). L'insegnamento Le testimonianze E' stato possibile ascoltare le preziose testimonianze di molti sopravvissuti (dalla Germania, dai ghetti di Lodz, Teresientadt, Cracovia, Varsavia, da Auschwitz, Sobibor ed anche due ebrei salvati da Oskar Schindler) che hanno dato un contributo fondamentale al successo del Seminario. I film Le gite turistiche
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