A domanda, risposta. L'Ebraismo è il popolo del
libro?
Parla il rabbino Bendetto
Carucci Viterbi
Possiamo veramente dire che il popolo ebraico è il 'popolo del Libro'?.
Secondo Rav Benedetto Carucci il Libro per eccellenza della tradizione ebraica è la Torah
che è in senso stretto il Pentateuco; in senso più ampio la Torah è la dottrina,
l'insegnamento, tutto ciò che è il contenuto della tradizione ebraica, orale e scritta.
Un secondo livello di "libro" nella tradizione ebraica è la Bibbia, che secondo
il Canone stabilito dai Maestri, che non corrisponde a quello cristiano, è composta da 24
libri.
Nella tradizione ebraica si privilegia la componente letta, ovvero verbale, orale,
rispetto a quella scritta. Una prima evidente dimostrazione di questo è il fatto che
della Torah si fa una lettura pubblica che risale a tempi immemorabili e che conclude
tutte le pericopi della Torah, del Pentateuco, nel corso dei Sabati di un anno. Secondo
Rav Carucci, la semplice affermazione che l'ebraismo è il "popolo del Libro"
intendendo la Torah, il Pentateuco, è falsa perché l'ebraismo è il "popolo della
oralità" ancor prima che della tradizione scritta, se non ci fosse la tradizione
orale che accompagna la Bibbia, l'ebraismo sarebbe altra cosa (come nel caso del famoso
"occhio per occhio, dente per dente" che, attraverso la tradizione orale, è
"occhio per risarcimento di occhio, dente per risarcimento di dente"). Secondo
la tradizione ebraica, D-o nel rivelarsi e nel consegnare il contenuto della rivelazione a
Moshè, gli ha dato due fonti di pari legittimità, una scritta, il Pentateuco, ed una
orale, la Torah orale e non è pensabile affermare che la Torah orale sia seconda di
importanza o successiva rispetto a quella scritta; è contemporanea e di pari dignità.
L'ebraico alla sua origine è una lingua puramente consonantica, la vocalizzazione è una
operazione successiva (la tradizione masoretica ha stabilito le vocali riprendendo la
tradizione di lettura che deriva loro dalla tradizione orale). Una lingua solamente
consonantica è una lingua molto interpretabile, perché si possono vocalizzare in maniere
diverse le stesse consonanti e quindi si possono dare messaggi diversi.
Il grande paradosso della tradizione ebraica è che il testo scritto, per essere
leggibile, deve far ricorso alla tradizione orale. Ad un certo momento della storia
ebraica la tradizione orale è stata scritta, ma anche in questa fase, si mantiene tutta
la caratteristica orale: si deve studiare in due, quindi si deve studiare dialogicamente,
sentendo non solamente vedendo. Addirittura i mistici affermano che se non ci fosse un
livello profondo di lettura e di interpretazione, la Bibbia è un libro che non vale
neanche tanto.
Secondo una tradizione midrashica, la Torah è il Libro con cui D-o ha creato il mondo, il
progetto del mondo è la Torah; i mistici arrivano a dire che c'è una sorta di identità
tra la Torah e D-o. E allora forse si capisce per quale ragione c'è un'attenzione morbosa
nella tradizione ebraica, alla scrittura del Sefer Torah. D-o non si cerca nel deserto o
nella natura, D-o si cerca nel Libro. Noi non sappiamo se riusciamo ad arrivare a contatto
con D-o, ma l'unica strada possibile, ci insegnano e ci teorizzano i Maestri, è quella di
passare attraverso la Torah. Lo studio, per l'ebreo, non è un'opzione, ma un obbligo. Un
insegnamento talmudico ci dice che qualunque cosa dirà anche l'ultimo studente un po'
intelligente di una scuola dove si studia la Torah, è già stato detto da D-o a Moshè:
dentro la vecchiaia c'è la novità, dentro l'eternità c'è il divenire. Il senso della
vita non è altro che tentare trovare qual è la strada propria per leggere quel testo.
Il valore numerico della parola "libro" è lo stesso valore della parola
"nome"; i Maestri ci indicano che se c'è un'identità di valore numerico ci
deve essere un'identità di senso, significato. Se leggiamo il Libro, andiamo verso di
noi, il nostro nome, e verso il Nome per eccellenza.
E' un gioco di specchi che vale tutta la vita in cui, conclude Rav Carucci, noi leggiamo
qualche cosa che presuppone una tradizione orale, leggiamo qualcosa con cui è stato
creato il mondo e con cui è mantenuto il mondo.
L'occupazione principale della vita dell'ebreo dovrebbe essere studiare la Torah perché
così facendo si potrà trovare tutto. Solamente in quest'accezione, metafisica ed
assoluta, si può accettare la locuzione che l'ebraismo è il 'popolo del Libro'.