|
Perlasca eurodeputato!L’idea di contattare Franco Perlasca, è stata di Mattia Sorbi, il quale, essendo molto impegnato negli studi universitari, mi chiedeva se potevo occuparmene io. Ci furono alcune difficoltà dato che ne io ne lui sapevamo con esattezza dove risiedesse. Ma con l’aiuto delle pagine bianche, sono finalmente riuscito a parlare telefonicamente con il giovanissimo figlio di Franco, e dopo poche ore con la gentile moglie, che mi forniva l’e-mail. Subito nel primo messaggio, trovai una persona disponibilissima e cordialissima. Naturalmente, nelle prime settimane, non avevamo ancora un idea precisa,
comprendevamo l’importanza della sua azione politica, e contribuimmo anche a
diffondere la sua denuncia, per il vergognoso sfregio fatto dal comune di Carpi,
che nel museo del campo di raccolta italiano dove venivano deportati gli ebrei
che furono poi inviati nei campi della morte germanici, sotto le scritte vergate
da donne ebree, avevano messo fotografie di donne arabe, con il chiaro messaggio
che gli arabi stavano subendo dagli ebrei lo stesso trattamento che gli ebrei
avevano ricevuto dai nazisti. Franco, aveva già visto questi ritratti
all’inaugurazione, e ne aveva ottenuto la rimozione, ma appena lui era partito,
l’amministrazione comunista di Carpi li aveva rimessi. Franco ritornato
settimane dopo, per accompagnare il presidente della repubblica, ha denunciato
il fatto, e la sua denuncia era stata riportata anche da vari giornali.
Solo in seguito, è maturata l’idea delle europee. E non è stato
facilissimo indurre Franco a dare la sua disponibilità. Ma dovette arrendersi al
dovere di porre le sue forze al servizio della guerra al razzismo,
all’ingiustizia, alla menzogna. Per fortuna, ci furono subito degli importanti amici, che compresero la grandissima importanza della candidatura del figlio di Giorgio Perlasca. I primi furono Deborah Fait e Carmine Monaco, che non si limitarono ad un semplice avvallo, ma diffusero l’appello. Quasi in simultanea aderirono poi Josef Tiles, Nahum F.S. Angelica H. Carmen D.M. Anche se una parte di questi ebbero poi ripensamenti, e non ci seguirono fino alla fine, fu con l’avvallo di questi nomi che mi rivolsi a numerosissimi amici, pregandoli di inviare ciascuno di loro un e-mail a Fini, per chiedergli di candidare Franco Perlasca. Decine di amici scrissero un loro messaggio, ancora di più mi chiesero di dargli una traccia, costringendomi a sbizzarrirmi in svariatissimi messaggi tutti diversi che rispettavano nel contempo le idee dei vari mittenti. Gli inizi furono promettenti, Fini rispose che ne avrebbe parlato direttamente a Franco. Ritenendo che non gli avrebbe parlato per dirgli che non lo candidava, ritenemmo di avercela fatta, rallentammo anche l’attività in attesa dell’evolversi della situazione, ma le settimane passavano senza darci alcuna sicurezza. Finché Franco mi comunico, di aver ricevuto un messaggio da Galliano Nabissi presidente di Marche-Israele, unitamente a Rosario Scapellato, Che del tutto indipendentemente gli chiedevano se era disposto a candidarsi alle europee. Mi misi subito in contatto con Galliano, lo informai dell’iniziativa già in corso. In sintonia con il direttivo di Marche-Israele, Galliano in data 20 novembre chiese al vicepresidente del consiglio, di prendere in considerazione la candidatura di Franco Perlasca. Con le forze unite ci fu ben presto una svolta positiva, non solo altri singoli amici aderirono all’iniziativa, scrivendo a Fini, ma cominciarono ad aderire anche Federazioni Italia-Israele, per prima quella personale di Anat Hila Levi presidentessa di Pordenone con l’attivissima Isabella Nocent del direttivo. Poi Torino, il direttivo dimissionario di Cagliari tramite Alma Cocco e Pietro Bulla, Antonio Donno e il direttivo di Lecce, il direttivo di Napoli, col nostro sostenitore storico, Carmine Monaco, ed il presidente Francesco Lucrezi, che di li a poco sarebbe divenuto vicepresidente nazionale. Poi ancora Mara Marantonio, Segretaria di Bologna aderiva, portandosi dietro il Presidente Massimo Palmizio, l’ex presidente Mauro Bernardini, l’avv. Alessandro Martino, Giorgia Greco, Piero Pergiovanni, Paolo Fontana e altri amici a cui non ho ancora chiesto di poter usare il nome. Poi ancora gli Amici di Israele di Milano, guidati dal presidente Eyal Mirzrahi ed il direttivo di Udine con il presidente Giorgio Linda e la segretaria Maddalena Mizzau. Forte di questi sostegni, ho potuto chiedere nuovamente a Fini se era disponibile a candidare Perlasca, ricevendo finalmente una risposta chiaramente positiva. E’ di questi giorni, la promessa di un chiaro e forte sostegno di partito alla candidatura di Franco Perlasca. Prima di chiudere vorrei ricordare il gruppetto di amici che non ho su
citato, e, che hanno dato un prezioso ed indispensabile sostegno all’iniziativa,
Natalia Guelpa, Maurizio Turchet, Lohengrin Giraud, lo scrittore Boback
Parsi, Antonella Colucci, Alessandro Karmeli, Dani Botton, Aldo Moltifiori,
Mauro Bassani, Laurent Lavi Lazzareschi, lo scrittore Luca Puleo, di Milano.
Angelo Pezzana direttore di informazione corretta, di Torino, Yvonne Todesco ,
Federico Maschietto, del Veneto. Andrea Tedesco, Del direttivo di Varese
Altomilanese, Dom Juan e Tomaso Corso di Roma, la giornalista Giuliana d’Olcese,
di Napoli, Bruno Giusti di Genova, Gabriele Neri delle Marche, Jacopo Feliciani
dell’Umbria, Filippo Guizzardi dalla Svizzera, Mayron Ernst dagli Usa
e di questi giorni Dan Bahat, il
famoso archeologo, presidente di Israele-Italia. Aggiungo che il mio ringraziamento va in modo indistinto a tutti coloro che
hanno dato un contributo, in particolar modo a coloro che pur avendone tutto il
merito, hanno preferito non apparire. Mi scuso anticipatamente con chi ho
dimenticato. Stefano Cattaneo - Galliano Nabissi La rinuncia:Franco Perlasca ha rinunciato all’Europa. Non avremo nel parlamento europeo, un nostro amico, un nostro rappresentante, a difendere le ragioni della ragione. Non nascondo l’amarezza, che è condivisa da tutti gli amici, che hanno fatto il possibile e l’impossibile, che anche a nome di Galliano ringrazio. Però, non posso nascondere, che c’è stato anche chi ha remato contro, e soprattutto chi è stato inerte a guardare, senza neppure degnarsi di rispondere con critiche, che possono essere molto più utili e costruttive dello sdegnoso silenzio. Diciamolo chiaramente: Qualcuno, evidentemente orgoglioso di essere riuscito con la sua ottusità, con la sua inerzia, a conseguire il record che per la prima volta nella storia, la parte del cattivo viene attribuita al popolo sopravvissuto ad un olocausto, di uno staterello aggredito da venti nazioni, ha paura di vanificare il suo record, e perciò fa ogni possibile sforzo di inerzia per essere perfettamente inutile ad Israele. Sperando un giorno si ravvedano, non faccio i nomi. Loro, sanno benissimo chi sono. Stefano Cattaneo |
Associazione di Amicizia Marche Israele - Pagina attiva dal 1995 - E
mail: aami@eclettico.org |