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Alla vigilia dellinaugurazione del nuovo Parlamento controllato dai riformatori provocazioni dei radicali alluniversità STUDENTI IN PIAZZA, SCONTRI A TEHERANE torna lantisemitismo fomentato dal processo alle "spie" di Israele
Dal Corriere della Sera del 25 Maggio 2000 - (Riporto parte dellarticolo)di Maria Grazia Cutuli
[ ] Mentre il presidente Khatami invia gli auguri al collega libanese Emile Lahud per il ritiro israeliano dalla "fascia di sicurezza" ("Il Libano è ora il simbolo della resistenza e della dignità araba") la comunità ebraica iraniana entra in una fase demarginazione e paura. A monte cè il processo contro tredici ebrei accusati di essere spie dIsraele. Otto di loro hanno confessato, nonostante le smentite di Israele, i dubbi delle potenze straniere e lavvertimento della segretaria di stato americana Madeleine Albright: "Ci saranno ripercussioni internazionali".Dietro la vicenda, si sussurra, cè una manovra dei falchi per mettere in difficoltà Khatami. Sarà. Ma i primi a risentirne sono i commercianti ebrei. "Questo processo ha creato problemi allintera comunità denunciava ieri Haroun Yashayail, capo della Società Iraniana Ebraica Possiedo documenti che mostrano i danni recati ai negozi degli ebrei, di cui uno interamente bruciato a Teheran. I nostri bambini vengono minacciati dai compagni di scuola. E anche gli adulti per la vergogna non vanno più a lavorare." La comunità, ottantamila membri prima del 1979, oggi venticinquemila, ha sempre goduto di una relativa libertà. Ad una condizione: né viaggi né contatti con il nemico Israele.
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