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"...eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerį nuovamente al bene,che ritorneranno l'ordine, la pace, la serenitį"Annalies Marie Frank
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Ma Israele scompare dai libri di testo palestinesi

Corriere della Sera, 8 Settembre2000

di Guido Olimpio, corrispondente da Gerusalemme

 

GERUSALEMME - I leader politici cercano faticosamente un accordo di pace che metta fine agli anni dell’odio tra israeliani e palestinesi. Ma le macchine della propaganda lavorano contro. E continuano a dipingere l’altro come il nemico da sconfiggere, se non da eliminare.

A Ramallah l'Autoritą Palestinese ha presentato i nuovi libri di testo per le scuole. Un progetto finanziato da alcuni paesi europei, tra cui l’Italia, destinato ad educare 865.000 studenti.

I collaboratori di Arafat avevano annunciato negli scorsi mesi: "Sono testi preparati proprio per le nostre scuole, spariranno i riferimenti politici e propagandistici antiisraeliani, educheranno le nuove generazioni al dialogo".

Sorpresa. Sulle mappe contenute nel libro di educazione civica Israele scompare, o meglio non č citato. Non compaiono neppure Tel Aviv e altre localitą dello stato ebraico, che pure ospitano importanti comunitą arabe. Tra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania – e due aree dell’Autoritą Palestinese – c’č un’anonima porzione di territorio. Nessuna scritta. Come se Israele fosse la terra di nessuno.

Sfogli le pagine e il quadro non migliora. Gli autori avevano promesso di insegnare la tolleranza ma non vi č alcun cenno alla convivenza con gli ebrei. Si evocano i lutti e le ferite dell’occupazione. Gli ottimisti e i pacifisti convinti non si preoccupano. E rammentano i precedenti libri di scuola, fatti stampare per i bambini palestinesi in Egitto e Giordania prima della svolta di pace con gli accordi di Oslo del 1993.Gli ebrei venivano dipinti come "sleali e crudeli", si auspicava la loro sconfitta, c’erano riferimenti antisemitici. Una retorica virulenta che ha fatto il gioco di chi in Israele ha un’idea non diversa degli arabi: infidi e traditori. Un concetto espresso, nei primi giorni di agosto, da un personaggio autorevole come il rabbino Ovadia Yosef, guida spirituale del partito Shas. Per lui i palestinesi sono semplicemente dei "serpenti". Dichiarazioni che hanno suscitato le reazioni furiose dei collaboratori di Arafat. Oggi gli stessi funzionari sono messi sotto accusa. E si difendono negando che i libri siano antiisraeliani o che i contenuti abbiano un risvolto politico. Omer Abu Humus, uno dei curatori dei testi scolastici e fratello del viceministro dell’istruzione palestinese minimizza: "Nessuno č in grado di indicare i reali confini tra Palestina ed Israele, sono questioni ancora aperte. Quindi perché insistere sui nodi politici?"

 

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Ultimo aggiornamento: 16/01/10