Una difesa classica del liberalismo sostiene che il rispetto dei differenti modi di condurre una vita buona aiuta ad arrivare alla verità. È il cuore del famoso argomento di John Stuart Mill, per cui solo nel libero mercato delle idee è possibile raggiungere la verità. L'idea è essenzialmente che, lasciando fiorire migliaia di fiori, abbiamo maggiori possibilità di scoprire quali sono quelli degni di essere conservati; ossia che, in tal caso, abbiamo maggiori possibilità di scoprire modi migliori per vivere le nostre vite.
Michael P Lynch. La verità e i suoi nemici. Raffaello Cortina; 2007: 238
Penso che i fenomeni organizzativi fondamentali, come il tempo atmosferico, possano dirci qualcosa d'importante su fenomeni più complessi, come ad esempio gli esseri umani. La loro natura primaria ci permette di dimostrare con certezza assoluta come siano governati da leggi microscopiche, ma paradossalmente mette in evidenza che alcuni dei loro aspetti più sofisticati sono indifferenti agli estremi di quelle leggi. Per dirla altrimenti, nel contesto di questi semplici casi siamo in grado di dimostrare che l'organizzazione può acquisire significato e vita autonoma, fino a trascendere le parti di cui si compone. La scienza fisica ci dice quindi che considerare l'intero essere come qualcosa di più della somma delle sue parti non è soltanto una teoria ma un fenomeno fisico. La natura si gestisce sia in base a regole microscopiche fondamentali sia attraverso principi di organizzazione, potenti e universali. Alcuni di questi principi sono noti, ma dobbiamo dire che nella stragrande maggioranza dei casi non ne sappiamo un granché. Ne vengono continuamente scoperti di nuovi. Quando si raggiungono livelli profondi di sofisticazione è molto più difficile documentare le relazioni tra causa ed effetto, ma non ci sono prove che la generazione gerarchica delle leggi che ritroviamo nei fenomeni primari sia rimpiazzata da qualcosa di diverso. Quindi se un semplice fenomeno fisico può realmente acquisire indipendenza rispetto alle leggi essenziali da cui deriva, la stessa cosa vale anche per noi. Sono di carbonio, ma potrei anche non essere mai stato solo quello. Il senso di ciò che sono trascende gli atomi di cui sono fatto.
Robert Laughlin - Un Universo Diverso – Codice Edizioni 2006. XV.
Le apparenze ingannano, eppure oggi possediamo molte conoscenze relative alla grande e strana realtà che ne è la causa, e alle eleganti leggi universali che governano la realtà. La nostra conoscenza è fatta di spiegazioni: affermazioni relative a ciò che sta davvero dietro le apparenze e al suo comportamento. La nostra specie, per gran parte della sua storia, non è riuscita a creare questa conoscenza. Da dove deriva? Secondo l'empirismo, dall'esperienza sensoriale. Ciò è falso. La vera fonte delle teorie è la congettura e la vera fonte della conoscenza è la congettura alternata alla critica. Creiamo teorie riformulando, combinando, modificando e ampliando idee già in nostro possesso, allo scopo di migliorarle. Esperimento e osservazione servono a scegliere tra le teorie esistenti, non ne costituiscono la fonte. Interpretiamo le esperienze grazie a teorie esplicative, ma le vere spiegazioni non sono ovvie. Il fallibilismo ci spinge a non basarci sull'autorità ma a riconoscere che potremmo sempre essere in errore, dunque a cercare di correggerci. Per farlo, cerchiamo buone spiegazioni - spiegazioni difficili da modificare, nel senso che cambiarne i dettagli potrebbe farle crollare. Fu questo, non la verifica sperimentale, il fattore decisivo per la rivoluzione scientifica e per lo straordinario progresso, rapido e continuo, in altri settori toccati dall'Illuminismo. Fu una ribellione nei confronti dell'autorità che, diversamente da molti casi analoghi, non cercò di instaurare una nuova forma di giustificazione delle teorie ma di iniziare una tradizione critica. Alcune idee che ne sono scaturite hanno una portata enorme: spiegano molto più di ciò per cui erano state concepite in origine. La portata di una spiegazione è una sua caratteristica intrinseca, non un nostro presupposto come sostengono empiristi e induttivisti.
Deutsch D. L' inizio dell'infinito. Spiegazioni che trasformano il mondo. Einaudi; 2013
Formato Kindle - ASIN: B00F01V9B8; posizione: 588
Il rapporto ‘ciò che è’ / ‘ciò che dovrebbe essere’ (is-ought problem) viene indagato in lungo e in largo da secoli. In filosofia morale è noto come Legge di Hume, dal nome del britannico David Hume (1711-1776), il quale affermava che non è possibile derivare un ought, «dovrebbe», da un «is», è. Il suo compatriota G. E. Moore (1873-1958), elaborando il pensiero di Hume, etichettava come ‘fallacia naturalistica’ ogni ragionamento che confondesse l’is con l’ought. Dopo Hume e Moore, la filosofia morale non ammette più alcuna osservazione della realtà che si discosti dai dati certi. Ma questo, purtroppo, non impedisce alla gente di discostarsene ugualmente.
Johansson, Sverker. L'alba del linguaggio (Italian Edition) (posizioni nel Kindle 2367-2372). Ponte alle Grazie. Edizione del Kindle.