L’ipotesi di lavoro materialista è che i cervelli e le menti, negli esseri umani, nelle larve e in tutto il resto, sono identici. I neuroni e i processi che essi alimentano – che in qualche modo includono la coscienza – sono la stessa cosa. In un computer, il software e l’hardware sono separati. Ma il nostro cervello e la nostra mente sono costituiti da qualcosa che può essere meglio descritto con wetware, in cui gli eventi che accadono, e la sede in cui accadono, sono intrecciati.
Cobb, Matthew. Mente e cervello: Una storia filosofica e scientifica (Italian Edition) (p.477). EINAUDI. Edizione del Kindle.
Quando estendiamo questa intuizione alla comprensione del cervello, l’implicazione imprescindibile è che, come recitava in modo sorprendente il titolo di un articolo del 1997, The Brain has a Body (Il cervello ha un corpo). E il corpo ha un ambiente, ed entrambi, corpo e ambiente, influenzano come il cervello fa quello che fa. Questo potrebbe sembrare banalmente ovvio, ma né il corpo né l’ambiente figurano negli approcci che ricorrono a modelli che cercano di capire il cervello.
Cobb, Matthew. Mente e cervello: Una storia filosofica e scientifica (Italian Edition) (p.483). EINAUDI. Edizione del Kindle.