La teoria della semantica concettuale, che avanza l'ipotesi che i sensi delle parole siano rappresentati mentalmente come espressioni di un più ricco e astratto linguaggio del pensiero, si colloca al centro di questo cerchio, compatibile con tutte le complicazioni. I significati delle parole possono variare da una lingua all'altra perché i bambini li assemblano e regolano a partire da concetti più elementari. Possono essere precisi perché i concetti si concentrano su alcuni aspetti della realtà e lasciano perdere il resto. E possono sostenere il nostro ragionamento perché rappresentano aspetti a pieno titolo della realtà - spazio, tempo, causalità, oggetti, intenzioni e logica - e non il sistema di rumori sviluppatosi in una comunità per permettere la comunicazione. La semantica concettuale, inoltre, si accorda con il senso comune, che ci dice che le parole non sono la stessa cosa dei pensieri, tanto che gran parte della saggezza umana sta nel non prendere le une per gli altri. «Le parole sono i gettoni degli uomini saggi,» scrisse Hobbes «che le usano solo per contare, ma sono anche il denaro dei folli».
Steven Pinker - Fatti di parole: La natura umana svelata dal linguaggio
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