Da un lato, l'interesse nella «Politica» con la «P» maiuscola (vale a dire quella che si estrinseca in organizzazioni espressamente politiche, in partiti politici e in programmi di governo), e la forza e intensità delle fedi politiche, per non parlare della partecipazione quotidiana ad attività tradizionalmente classificate come politiche, stanno svanendo a ritmo sempre più rapido. In linea con l'umore dei tempi, ci si attende che i «cittadini» non guardino più in là della prossima riduzione fiscale o integrazione pensionistica e non si interessino ad altro che ad avere liste di attesa più brevi per un posto in ospedale, meno barboni per strada, più criminali in galera o maggiore tempestività nello scoprire potenziali sostanze dannose negli alimenti. Pochi o forse nessun politico consumato avrebbe il coraggio di proporre la visione di una «buona società» ad elettori che, essendosi già scottati più volte le dita, sono noti per preferire un oggi diverso a un domani migliore.
Bauman Z. Società sotto assedio Laterza 2005: 66