Egregio direttore,
ho lasciato l'Italia alcuni anni fa per venire a vivere in Israele paese che dal suo
giornale, un tempo autorevole ed equilibrato, viene quotidianamente attaccato e
velenosamente giudicato.
Leggo che il signor Olimpio, giornalista (?), definisce gli abitanti israeliani di Hebron
"fanatici, razzisti, ubriachi di odio". Complimenti. Come descive, per par
condicio, il signo Olimpio i palestinesi, terroristi o simpatizzanti di terroristi? Come
definisce il signor Oplimpio le manifestazioni di migliaia di fanatici a Ramallah o a Gaza
o a Janin che urlano, sparano , bruciano bandiere, danno fuoco ad autobus di carta,
gridano di gioia alla notizia della morte di qualche ebreo israeliano. Come giudica gli
abitanti arabi di Hebron che da anni minacciano la vita degli israeliani? E pensare che
Hebron e' stata la prima capitale del regno di David. E pensare che tutti gli abitanti
ebrei di Hebron sono stati sgozzati nel 1929 dai loro amici arabi che poi presero possesso
della citta'. Forse il signor Olimpio auspicherebbe un altro sgozzamento generale?
E si e' mai occupato il signor Olimpio del credo nazista che avvelena le anime dei
palestinesi? Credo di no ed e' un peccato perche' avrebbe un bel lavoro da fare.
C'e' un problema pero' : scrivere contro Israele significa soltanto ricevere qualche
lettera di protesta, scrivere contro i palestinesi, scrivere contro il terrorista Arafat,
scrivere solo una parola favorevole ad Israele significa correre pericolo di vita.
Immagino che, quando viene da queste parti, il signor Olimpio viva a Gerusalemme Est , che
sieda, come la maggior parte dei giornalisti italiani di un certo tipo, pigramente sul
bordo della piscina dell'American Colony. E sui bordi di quella piscina avvengono gli
incontri con qualche palestinese che porta informazioni naturalmente di parte
(palestinese) sulla situazione in Israele e nei territori. Ed ecco che poi arrivano in
italia articoli pieni di veleno, di odio, di bugie che gli italiani bevono a garganella.
Poi ci chiediamo come mai l'Italia sia cosi' antisemita e cosi' male informata.
Mi dispiace, caro Direttore, il suo giornale aveva uno stile che gli articoli di Lorenzo
Cremonesi, pur velenosi, non erano riusciti a scalfire. Ci riesce benissimo pero' il
signor Olimpio, filopalestinese, che non solo scalfisce ma trascina un autorevole
quotidiano nel fango della propaganda di stampo palestino-nazista.
Cordialmente
Caro Direttore,
leggendo il pezzo (domenica 8 aprile) in cui parlate dei terroristi di hamas, leggo
esterefatta che li definite"movimento palestinese di resistenza islamica". Ora
mi chiedo, cosa deve fare un gruppo di terroristi islamici perche' voi li chiamiate col
loro vero nome, cioe' terroristi?
Hamas ammazza gente innocente, fa saltare in aria la gente, mette bombe dovunque, e' un
movimento razzista perche' parla sempre di ammazzare gli ebrei e il loro capo, lo sceicco
Yassin, invoca l'assassinio di ebrei dovunque nel mondo. Come vi permettete di dare a
questo gruppo di assassini la rispettabilita' definendolo "movimento di
resistenza"? E perche' allora chiamate terroristi quelli che avevano progettato di
far saltare l'ambasciata americana a Roma e di fare altri attentati in Europa?
"Movimento di resistenza" se ammazzano ebrei, terroristi se le vittime non sono
ebrei? e' cosi' che funziona?
Inoltre vorrei anche sottolineare che Monte del Tempio non e' il nome ebraico della
Spianata delle Moschee perche' la' esisteva il Tempio di Gerusalemme, 600 anni prima che
vi si costruissero le moschee. E' tipico dell'Islam costruire le moschee sui resti di
sinagoghe o chiese per cancellarne ogni traccia. Quindi diciamo che storicamente quello
che voi affermate e' un errore.
Cordiali saluti
Ieri Yehud Yaari, ottimo
analista politico israeliano, ha spiegato al Telegiornale come sono avvenuti gli spari
contro il convoglio dei palestinesi che tornava a Gaza dopo i colloqui in Israele e anche
gli spari avvenuti mesi fa contro la macchina di Mary Robinson inviata dell'ONU per i
diritti umani.
In entrambi i casi gruppi palestinesi nascosti dietro alle macchine delle personalita'
(non e' che Dahlan , terrorista, sia una personalita' ma pare sia stato alzato di grado),
hanno incominciato a sparare, per provocare, contro le postazioni israeliane che hanno
risposto verso il fuoco palestinese. E' la tipica tattica del" al lupo al lupo"
adottata dai palestinesi, sparano e poi urlano che sono gli israeliani che deliberatamente
colpiscono i convogli di delegati palestinesi o ONU.
E il mondo gli crede.
Boh!
Mi associo all'appello di
Gamla per salvare il MONTE DEL TEMPIO dallo scempio che il gruppo islamico waqf sta
perpetrando da molti mesi.
Il mondo intero si e' scandalizzato per la distruzione delle Statue Buddiste da parte dei
Talibani.
Il mondo intero e' insorto quando Benjamin Netaniahu ha aperto il tunnel archeologico (
che tutti possono visitare) a fianco del Kotel (Muro del Pianto) e i palestinesi hanno
fatto scoppiare una rivolta.
Il gruppo islamico Waqf sta distruggendo il patrimonio archeologico del Tempio di
Gerusalemme, Il gruppo islamico Waqf impedisce alle autorita' israeliane di andare a
controllare quello che sta accadendo.
IL Har Ha Bait e' ancora territorio sotto sovranita' israeliana ma nessun ebreo israeliano
puo' accedervi.
Il gruppo islamico Waqf sta buttando nelle immondizie resti del Tempio di Gerusalemme.
C'e' qualcuno al mondo che vuole protestare ad alta voce?
C'e' qualcuno al mondo che vuole difendere la memoria storica del popolo ebraico?
C'e' qualcuno al mondo che vuole salvare un patrimonio dell'umanita' e la culla delle
religioni monoteistiche?
"I palestinesi non
potranno mai essere sconfitti. In questo siamo decisi, gli israeliani lo sanno ma faticano
ad accettare il fatto". Ghassan Andoni, insegnante di fisica all'universita' di
Birzeit, uno dei piu' prestigiosi centri accademici del territorio palestinese, non ha
esitato a suggellare cosi' il suo intervento al termine della conferenza promossa dal
comitato di Trieste "Salaam i ragazzi dell'ulivo', in collaborazione con
l'associazione Senza Confini nella sede della Bottega del mondo di via Torrebianca 29.
"La lotta di liberazione, tecniche di non violenza" questo il tema specifico
dell'incontro che il professor Andoni ha curato in veste di direttore del Pcr, il centro
palestinese per l'avvicinamento tra i popoli, una organizzazione sorta nel 1988 di stampo
non religioso e votata al dialogo e alle forme di resistenza popolare non violente.
Ghassan Andoni nel suo breve intervento ha tracciato alcune linee essenziali della
situazione palestinese ma evidenziando soprattutto lo scarso ottimismo nutrito difronte
alle prossime risoluzioni politiche. Al di la' della sfiducia dei negoziati il relatore
non ha esitato a porre sul banco dei "complici" altri due elementi nel quadro
dell'intifada: l'apporto della comunita' internazionale e il carattere della informazione
nel mondo: "ho piu' fiducia nel popolo palestinese che negli interventi
dell'ONU".
Piu' accurate invece le analisi riguardanti il ruolo dei media, un tema ultimamente spesso
argomentato sul filo della chiara polemica: " Ogni episodio cruento viene passato per
una mini-guerra, c''e' chi attacca e chi si difende, il quadro delle vittime e poi la
fine. Immagini, commenti che non permettono al resto del mondo di capire l'entita' e le
origini vere dei contrasti".
Tra invocazioni di aiuto alcuni lamenti e accuse, tra cui quelle a Sharon identificato
chiaramente nei panni di criminale di guerra, sono emrese anche le ipotesi a sostegno
della resistenza. Una lotta popolare non violenta da vivere in termini di necessita' e non
di opzione: "Dal boicottaggio delle merci israeliane -ad esempio- ha specificato
Andoni, ma soprattutto la capacita' di attuare grandi spostamenti di massa in
un'operazione di continuo disturbo dei posti di controllo israeliani."
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Di fronte a una simile
propaganda avallata da organizzazioni sedicenti "pacifiste" italiane abbiamo
poche speranze di poter rispristinare la verita'. I palestinesi fanno la lotta "non
violenta" E GLI CREDONO. Birzeit , "centro accademico prestigioso" (forse
perche' da quel prestigioso centro escono i terroristi). L'assenza di una controparte
israeliana che confuti le storielle degli -accademici- palestinesi specializzati in
propaganda.
Io scrivero' al Piccolo ma vi invito a fare altrettanto perche' non pubblicano MAI le mie
lettere.
Deborah fait
ps. chi mi ha spedito , per posta, l'articolo non ha messo la data ma penso sia di un paio
di settimane fa.
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