Perchè Ocalan è
in carcere e Arafat è osannato dal mondo intero?
Da quando è
scoppiato il caso Ocalan mi pongo una domanda che probabilmente non avrà mai
risposta:"Perchè Ocalan è in carcere e Arafat è osannato dal mondo intero?"
Entrambi hanno
fatto la lotta armata eppure uno è in carcere e l'altro viene ricevuto dal Papa.
Entrambi hanno le mani sporche di sangue eppure uno è stato catturato e messo in catene e
l'altro viene abbracciato dai grandi del mondo.
Entrambi hanno sparso sangue innocente, hanno ammazzato donne, bambini, non hanno
affrontato soldati ma civili inermi che hanno assassinato o fatto assassinare con
crudeltà e freddezza.
Trentamila sono i
morti di Ocalan, nessuno, se non Israele, ha fatto il conto dei morti di Arafat,compresa
la distruzione del Libano. Ocalan rischia la pena di morte, Arafat viene chiamato
Presidente e ricevuto come capo di Stato pur non avendone uno.
E allora io mi chiedo- Perchè? - Qual'è il metro di giudizio per gli stessi crimini
commessi da due persone diverse?
E vedo soldi. I soldi che sono serviti ad Arafat per farsi pubblicità, i tanti soldi che
spesi per il terrorismo e per la trentennale propaganda contro Israele, per far si che il
mondo, tutto il mondo, si imbevesse dalla sua personale versione della Storia: Israele che
non ha il diritto di esistere, Gerusalemme che deve essere la sua Capitale, Gesù che,
anzichè ebreo, era palestinese e quest'ultima invenzione è stata una trovata gtandiosa
perchè ha toccato il cuore di persone nel mondo occidentale e cristiano. Non vedo però
solo soldi, vedo anche la bravura che rasenta la genialità di un uomo, Arafat, che da
crudele assassino di ebrei e da dittatore della della sua gente che fa sbattere in
prigione e tirturare senza pensarci troppo, sa trasformarsi per il mondo occidentale in un
sbacciucchiatore di Presidenti che, davanti alla sua bocca tremante e al suo occhio umido,
si commuovono fino alle lacrime e si inchinano davanti alla sua uniforme e al pistolone
che porta alla cintula.
Si inchinano davanti all'assassino diventato Premio Nobel, poi vengono in Israele a
rimproverarci, a volte anche in modo piuttosto violento, per la nostra intransigenza nei
confronti di una tale mammoletta che li bacia in fronte come un bravo papà. Che sia
corrotto e falso non ha importanza, è un grandissimo trasformista e sa prendere tutti per
il naso.
Ocalan invece è
in prigione, affronterà giustamente per i turchi, un processo che potrebbe portarlo anche
alla pena di morte. Perchè? E ancora vedo soldi. I soldi che i curdi non hanno e che non
gli hanno permesso di fare propaganda e di far entrare nei capoccioni dei capi di stato,
che pare servano solo per essere baciati dal boccadirosa palestinese, che il Kurdistan
esisteva veramente, fino a quando non è stato diviso tra Iraq, Siria e Turchia. E vedo
anche la semplicità di Ocalan che è un guerrigliero e non va in giro a sbaciucchiare la
gente per ricevere soldi e simpatia.
Non posso dire
che Ocalan mi sia simpatico, anche perchè è spesso al fianco degli Hezbollà, ma fa
tenerezza perchè è naif, non ha fatto terrorismo nascondendosi dietro a menzogne per
impietosire il mondo.
Ocalan è un uomo
che combatte veramente per il suo popolo e lo ha fatto a muso duro e, dal suo punto di
vista, con coraggio. Purtroppo per lui, al mondo interessa veramente solo il destino dei
palestinesi che, anche se non hanno mai avuto uno stato, lo rivendicano al posto di
Israele e, per ottenerlo, sanno far saltare aerei e grattacieli, sanno fare terrorismo
internazionale, hanno tanti soldi e il mondo arabo alle spalle contro Israele e in affari
con Europa e America.
Che cos'ha il
povero Ocalan?
Niente se non un
popolo che vive sulle montagne, al freddo o sparso per il mondo. Nessuno lo ha mai
invitato ad Assisi, nessuno lo ha mai invitato in Vaticano, nessuno lo ha mai proposto per
il Premio Nobel, nessuno sapeva nemmeno chi fosse fino a poco tempo fa. Arafat col
terrorismo è diventato uno degli uomini più ricchi, temuti e rispettati del mondo.
Ocalan ha ormai solo gli occhi per piangere.
Due uomini. Uno,
con la furbizia e il cinismo, ha vinto e ha il mondo ai suoi piedi. L'altro, con il suo
coraggio e la sua semplicità, ha perso e ha la galera.
Deborah
Fait
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