E passata quasi
inosservata limmagine di Arafat armato di mitraglietta mentre passa in rassegna le
sue truppe a Gaza. Chissa cosa avrebbero scritto o detto I media mondiali se
anziche di Arafat si fosse trattato di un qualsiasi altro leader di qualsivolgia
nazione. Chissa cosa direbbe Massimo DAlema se Barak girasse armato.
Arafat , ai tempi doro del suo terrorismo internazionale, quando era gia
ricevuto con gli onori dovuti a un capo di Stato, si presentava in Vaticano con la pistola
alla cintura e anche questo passava volutamente inosservato.Chi avrebbe osato criticarlo?
Poi, allimprovviso, ha messo da parte le armi personali per poter recitare meglio la
parte della colombella invocante la pace ai falcacci israeliani e la falsa colomba si
e vista consegnare il Nobel per la pace proprio nel periodo in cui in Israele
saltavano un paio di autobus alla settimana.
Mi hanno sempre fatto un po ridere le truppe eternamente schierate di Arafat. Sono
sempre la, sullattenti, giorno e notte, in attesa, Dio ne guardi, che al raiss
venisse voglia di passarle in rassegna magari tornando a casa da una passeggiata in
giardino, o da una visita ai campi dove si addestrano I bambini a odiare, o da una visita
agli ospedali dove bacia in lacrime (di coccodrillo) gli arti feriti dei suoi
quasi-martiri perche se non sono morti sono solo "quasi-martiri".
Sara per la prossima volta, li consola Arafat. Lui poi torna a casa e "passa in
rassegna". Sempre, con aria estremamente seria, a passo della semi-oca, marcia
davanti ai suoi colonnelli schierati. I suoi soldati, in otto anni di autonomia, da
terroristi sono diventati tutti colonnelli o generali e tutti hanno il petto coperto da
mezzo chilo di medaglie. Una carrierona. Non esistono soldati semplici nellesercito
di Arafat, tutti promossi sul campo in base, forse, agli abrei uccisi in giro per il mondo
e in Israele.
E anche questa volta, di ritorno da non si sa dove, Il raiss ha passato in rassegna le sue
truppe ma questa volta aveva in mano una mitraglietta. Ohibo, abbiamo pensato tutti
in Israele. Una mitraglietta! E perche? Perche gli avevano detto che gli israeliani
che abitano nei kibbuzim vicino a Gaza (per interderci, quelli che in Italia chiamano
coloni) stavano protestando contro I soldati di Israele per avere piu sicurezza.
Ohibo, abbiamo ancora pensato in Israele. Arafat teme che tutta la sua polizia,
tutti I suoi colonnelli medagliati, tutti I suoi "generali delle pietre" siano
incapaci di difenderlo da un pugno di ebrei che oltretutto non gli prestavano nemmeno
attenzione?
Barak e un generale e mai lo abbiamo visto con un arma, Rabin era un generale e mai
lo abbiamo visto con unarma. Nemmeno il Capo di Stato maggiore dellesercito
dIsraele, Generale Mofaz, lo abbiamo mai visto armato. E dobbiamo vedere luomo
che si fa passare per Capo di Stato e che e trattato da Capo di Stato con in mano
una mitraglietta per andare a casa da Suha che gli stava preparando il caffe, anche
lei doverosamente sull'attenti. Veramente non so se la cosa sia ridicola, o squallida o
entrambe le cose, non so nemmeno se il mondo ha visto o ha fatto finta di non vedere. Di
una cosa pero son certa: se Arafat avesse sparato tutto il suo staff militare e
civile avrebbe dovuto proteggersi una certa parte del corpo per evitare levirazione.
La mitraglietta tremava visibilmete: la teneva colla mano destra, quella sifolina, e
Arafat non e mancino.
5 dicembre 2000
Intervista fatta al
Dr.Issam Sissalem, dell Universita Islamica di Gaza, condotta dal Dr.Jareer
Kidwah, consigliere per leducazione alla Televisione palestinese, controllata in
toto da Arafat:
"Esistono solo bugie sugli ebrei ammazzati qua e la e sullOlocausto. Sono
ovviamente solo menzogne e infondate rivendicazioni. Nessun Chelmno, nessun Dachau, nessun
Auschwitz: erano solo luoghi per la disinfestazione.
Loro (gli ebrei )hanno fatto solo propaganda di essere stati assassinati, perseguitati e
sterminati
Comitati hanno lavorato nel mondo per stabilire la loro entita, la loro straniera
entita e impiantarla , come un cancro nel nostro paese, dove I nostri padri
vivevano, dove I nostri figli vivranno. Loro (gli ebrei) si sono sempre presentati come
vittime e hanno sempre fatto una bandiera di eroismo dellOlocausto. Quale eroismo?
Quale Olocausto? La nostra nazione e eroica, lOlocausto e stato
perpetrato contro il nostro popolo. .. Noi siamo le vittime, ma non saremo vittime per
sempre."
Il Dr. Sissalem e il suo intervistatore, Jareer Kidwah, sono due storici ufficialmente
incaricati dei media palestinesi per linsegnamento delle radici palestinesi,
dellideologia palestinese e sono considerati anche esperti di giudasmo e affari
ebraici. (sic, nel senso di singhiozzo)
Penso che il pezzo non abbia bisogno di commenti se non che spiega in modo perfetto
lodio feroce che I palestinesi di tutte le eta e di tutte le estrazioni
sociali e culturali hanno nei loro cuori e puo far comprendere meglio la guerra di
questi ultimi due mesi. Storici come questi, aiutati dai media , controllati da Arafat,e
dai libri di testo scolastici, controllati da Arafat, hanno distrutto lanima dei
palestinesi inculcando in tutta la popolazione lidea che I loro vicini di casa, gli
ebrei, siano dei maiali, delle scimmie (cito dai libri di testo palestinesi) dei
succhiatori di sangue, degli invasori della loro patria (mai esistita come stato ne
come entita politica). I palestinesi vogliono la terra ed e giusto che la
ricevano ma perche da Israele o perche solo da Israele? Come io scrivo da anni
e come scrive anche Maurizio Damiano sul Forum registrati , la Palestina geografica
comprendeva Israele, il Libano, la Giordania e parte della Siria e su questa terra
vivevano arabi (di cui fanno parte I palestinesi dal 1967) ed ebrei. Volere ubicare la
terra per I palestinesi al posto di Israele significa solo voler eliminare Israele come
Arafat e tutti I capi arabi passati e presenti invocano.
Ieri sera (giovedì) è
stato trasmesso dal secondo canale della rete nazionale francese (Antenne 2) un
documentario sui ragazzini dell'intifada intitolato: "I bambini giocano alla
guerra, o la guerra gioca coi bambini?", girato nella zona di Gaza in questo
periodo di scontri. Il documentario parlava di come i bambini palestinesi vengono
educati alla "guerra santa".
E' stato girato da un'équipe francese. Il responsabile del servizio è francese (di
origine indocinese).
Vorrei riassumerne qui i
momenti principali (D= domanda dell'inviato francese R= risposta)
I BAMBINI
Intervista a tre ragazzini palestinesi.
Età: 12 e 14 anni.
D. "Perchè tirate le pietre?"
R. "Per lanciare un simbolo. Per difendere la nostra patria"
D. "Cosa volete?"
R. "Morire da martiri. Vogliamo Gerusalemme. Gerusalemme è nostra. E chi non
la pensa così , che affoghi nel mar Morto."
Intervista a una bimba. Età 9 anni. E' a casa con la mamma e gli 8 fratelli
e sorelle.
D. "Cosa vuoi?"
R. "Gerusalemme. Sono pronta a morire per la mia patria."
D. alla madre: "Signora, non è preoccupata?"
R. "No, mia figlia è matura, sa queste cose perchè ha studiato e le ha
imparate a scuola."
In un ospedale. Un padre si dispera davanti al letto del figlio ricoverato.
Dice:
"Mio figlio è stato ferito. Quando si è svegliato, qui in ospedale, ha
cominciato a urlare e a piangere, perchè non era morto. Non è diventato un
martire. Voleva esser santo"
Dal letto il ragazzo (16 anni) interviene:
"Sono ancora vivo. Sono disperato. Ricomincerò. Voglio diventare un martire
e morire per la mia patria."
D. "Non hai paura di morire?"
R. "E perchè dovrei?".
LA TV
Programma per bimbi alla tv palestinese.
Una bimba di 5 anni, col vestitino di velluto e le scarpine di vernice,
canta.
LA tv francese mette i sottotitoli di quello che sta dicendo:
"Vogliamo Gerusalemme.
Vogliamo la violenza
Siamo pronti a morire
Siamo pronti a dare la vita, ad auto-immolarci"
La melodia è assolutamente innocua.
Se mancassero i sottotitoli, mi preoccuperebbe lo stesso l'aria un pochino
esaltata della bimba.
Direi addirittura aggressiva....
Cantano altri due bambini maschi di 6 e 7 anni. Testi delle canzoni più o
meno identici.Si parla anche di "morire in un attenato è bello"
LE MADRI
Intervista a una giovane donna. E' incinta del nono figlio. Suo figlio
Saleh,
16 anni è morto da 24 ore, durante uno scontro con l'esercito Israeliano.
La donna sembra molto tranquilla.
D "Signora, come si sente?"
R. "Bene. Mio figlio ora è alla destra del profeta. E' un martire. Siamo una
famiglia fortunata e rispettata.Sono pronta a sacrificare tutti i miei figli
per
Gerusalemme e la nostra patria."
Una madre "Mio figlio è andato a combattere. Ha 9 anni. Mio marito ha
cercato di fermarlo, ma lui vuole diventare un martire. Ha rubato il fucile
di mio marito, che è un poliziotto, ed è andato a combattere."
LA SCUOLA
riprese durante le lezioni.
In classe i bimbi incollano sul quaderno le foto ritagliate dai giornali,
del famoso fatto di cronaca che vide protagonista un bambino di 12 anni e
suo padre. Erano nascosti durante una sparatoria, furono ripresi dal mondo
intero, vi ricordate? Il padre agitava le braccia. Alla fine il bambino fu
ucciso...
L'intera sequenza di fotogrammi viene ordinatamente incollata sui quaderni.
Due bimbi, durante un "atelier" teatrale improvvisato in classe, mimano e
recitano l'intera scena.
Quando il bimbo muore, tutta la classe si agita e si mette a urlare.
L'insegnante spiega che lo fa per fare esprimere ai bambini le loro
emozioni, per tirargli fuori la paura e lo stress. Uno psicologo francese
intervistato dice che secondo lui, queste "terapie" di gruppo non fanno che
rendere i bambini ancora più aggressivi.
Lezione di religione.
L'insegnante ha toni esaltatissimi praticamente urla. Quando i bimbi
rispondono alle sue domande, scattano in piedi e parlano con lo stesso
identico tono (urlando).
Si parla del fratello del profeta.
I reporter francesi fanno domande ai bimbi.
D. "Chi sono gli ebrei?"
R. "TRaditori. Hanno tradito il patto del Profeta. Devono morire"
Altri due ragazzini (sui 9 anni) rispondono alla stessa identica domanda più
o meno con le stesse parole.
GLI PSICOLOGI
Intervista ad alcuni psicologi e psichiatri infantili palestinesi.
Sono preoccupati.
Uno di loro ha messo in piedi una sorta di "doposcuola" per sottarrre i
bambini alla strada (vanno a scuola tre-quattro ore, il resto del tempo i
maschi lo passan per strada a guerrigliare).
Cerca di distrarli e di farli disegnare.
Dice: "A questi bambini è stata sottratta l'infanzia. Sono sotto stress. Di
notte hanno incubi. Continuano a disegnare fucili, kalashnikov e scene di
guerra. Sono agitatissimi."
Un altro psichiatra si esprime in termini quasi identici, anche se da la
colpa di tutto ciò alla guerra in atto, e dunque a Israele....
ISRAELE
A pochi metri dai luoghi dello scontro, la postazione di Tsahal.
Intervista ai soldati.
Sono tutti di leva. Moshè, 18 anni.
D."Rispondete ai lanci di pietre?"
R:"Sì, quando si fanno serrati.Spariamo pallottole di gomma"
D:"Avete armi con munizioni vere?"
R. "Sì. Le usiamo quando sparano a noi con pallottole vere. Abbiamo per
ordine di non sparare se non dopo esser stati aggrediti".
Tutti i ragazzi ahnno 18 o 19 anni.
Il portavoce dell'esercito, di origine francese. Si esprime direttamente in
francese, senza traduzione:
"I bambini attaccano le postazioni dell'esercito. Non reagiamo a semplici
provocazioni.Solo quando arrivano le pallottole, rispondiamo.
I bambini palestinesi vengono usati come scudo. Li mandano avanti. Loro
stessi si fanno in quattro per esser mandati avanti."
Dopo quello che si è visto e sentito, non si stenta a crederlo.
Il reportage finisce con le riprese al cimitero palestinese. Un bambino
ucciso durante gli scontri è stato appena sepolto.
Vicino alla tomba, i suoi compagni di classe cantano, ridono e gridano....
Intervistati dai francesi dichiarano:
"E' fortunato, il nostro amico. E' diventato un martire. Vorremmo tutti
essere al suo posto.Speriamo di poter anche noi morire per la nostra patria
e per Gerusalemme."
Mi e' capitato di leggere
un interessante rapporto del Direttore del "Comitato per la verita' in Medio
Oriente", della sede di Boston, Alex Safian.
Purtroppo questo tipo di rapporti vengono per lo piu' letti dagli addetti ai lavori,
dovrebbe invece essere data loro maggior diffusione per permettere di comprendere meglio
alcune ingiustizie e differenze di comportamento nei confronti di paesi in guerra.
Molto interessante conoscere episodi tragici per i quali non e' stato usato lo stesso
metro di misura usato per Israele.
Un gruppo di combattimento viene circondato e attaccato da milizie armate e da gruppi
urlanti di civili a copertura degli uomini armati. I soldati chiamano in aiuto gli
elicotteri che incominciano a sparare missili in difesa dei soldati. In 20 minuti piu' di
100 persone vengono uccise, per lo piu' civili. Un portavoce militare giustifica il gran
numero di morti civili spiegando che " tutti quelli che erano nelle vicinanze e che
coprivano i miliziani erano dei combattenti perche' tutti avevano in mano un' arma".
Sparare su civili pur se ostili e combattenti dovrebbe far piombare sull'istante una
condanna dell'ONU e dei moltepliici gruppi per ii diritti civili sulla testa dei
responsabili.
E qui ci sbagliamo perche' non vi fu condanna. Nessun tipo di condanna. PERCHE' Il gruppo
di soldati NON erano soldati israeliani ma erano parte dell'esercito di pace dell'ONU e
l'episodio avvenne a Mogadisco, Somalia il 3 settembre 1993. Tutti i morti erano somali e
il portavoce dell'ONU che difendeva l'azione di guerra era il Maggiore David Stockwell.
Non solo, Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite , con la Risoluzione 837 definiva
ogni attacco NON PROVOCATO contro personale dell'ONU come "calcolata e premeditata
serie di violazioni al cessate il fuoco". Dopo questa risoluzione il Consiglio di
Sicurezza e gli Stati membri hanno mandato in Somalia ogni tipo di armi da usarsi contro i
ribelli somali. Una di queste missioni "di pace" dei Delta Force Commandos fini'
male perche' gli elicotteri USA furono colpiti dalle armi dei somali e i soldati americani
a terra iniziarono una battaglia che fu definita una "carneficina": piu' di 500
somali uccisi e piu' di mille i feriti, tra cui molte donne e bambini. Nessuna condanna .
Nessuna condanna ONU, nessuna condanna di A.I., nessuna condanna fu pronunciata per
l'eccessiva forza usata contro i ribelli. Il commento fu:" Sono stati loro (i
ribelli) a incominciare il fuoco e sono loro i responsabili per la tragica conclusione
della battaglia". Chiaro e conciso.
Il rapporto parla anche del periodo d "tensione' tra Stati Uniti e Panama: Un gruppo
di soldati statunitensi , durante un giro di ispezione fatto probabilmente nel momento e
nel luogo sbagliato, fu attaccato dalle forze panamensi e tutti i soldati furono uccisi.
Gli Stati Uniti invasero Panama, deposero il presidente Noriega e durante l'invasione
furono uccisi tremila (3.000) panamensi, la maggior parte civili. Condanna ONU? NO.
Nessuna condanna ONU.
Il consiglio di sicurezza dell'ONU, Amnesty International, i gruppi per la difesa dei
diritti umani, dormono tranquilli quando avvengono queste tragedie nel resto del mondo.
Non si turbano, non si scompongono, aspettano. e cosa aspettano? Israele! E' su Israele
che sfogano la loro sete di giustizia, e' contro Israele che urlano scandalizzati, e'
condannare Israele che li appaga e giustifica i loro sonni.
Israele respira e si becca una condanna perche' respira troppo, Israele si difende e si
becca una condanna perche' si difende troppo.
Israele, dopo il linciaggio dei soldati israeliani, avvisa il nemico che avrebbe
bombardato quindi via tutti i civili. Israele bombarda tre palazzi vuoti e riceve la
mozione di condanna. Nessuna condanna invece per il barbaro linciaggio perpetrato
all'interno di una stazione di polizia da polizotti e civili. Nessuna condanna per i
palestinesi che hanno iniziato la guerra. Nessuna condanna per la polizia palestinese che
impedisce di portare in salvo un soldato israeliano ferito gravemente.Nessuna condanna,
signori, per aver tradito e vanificato gli accordi di Oslo e tutto il processo di pace.
L'ONU non condanna nessuno ma Israele , eh, quello si che si merita una mozione dietro
l'altra. E sapete perche'? Perche' ha la sfrontatezza di esistere.
Il Jerusalem Post
riporta:
Il Nunzio Apostolico Monsignor Pietro Sambi ha fatto capire in modo molto soft che i
cristiani di Gerusalemme sono preoccupati per la loro sorte.
Sono stati intervistati alcuni cristiani della Citta' Vecchia di Gerusalemme , nessuno dei
quali ha voluto rilasciare il proprio nome (la paura e' in agguato) e tutti si sono
dichiarati preoccupati per il passaggio all'A.P. Dicono che "preferirebbero" la
sovranita' di Israele.
Il rabbino David Rosen, direttore della lega antidiffamazione in Israele, che ha molti
contatti con i cristiani di Gerusalemme Atika', dice che i cristiani di Gerusalemme
"non possono" dichiarare apertamente i loro sentimenti, devono essere molto
attenti perche' non sono solamente preoccupati che i loro rapporti con i musulamni si
deteriorino ma hanno paura per tutti i cristiani nei paesi arabi. I cristiani dii
Gerusalemme hanno usufruito di un secolo di educazione e situazione socioeconomica di
stile occidentale, sono avvocati, insegnanti,commercianti, medici, ingegneri. Posizioni
privilegiate che li renderebbe molto deboli nell'A.P. A Betlemme, dicono, la popolazione
compera soltanto nei negozi dei musulmani. Un avvocato cristiano ha dichiarato che
nell'A.P. i loro interessi sarebbero sempre subordinati agli interessi deii musulmani
senza contare che la classe dirigente dell'A.P. e' violenta e corrotta. Pare che i
cristiani vivano questa situazione come l'abbandono di Israele per farli finire nelle mani
di Arafat.
Gli arabi di Gerusalemme Est sono invece terrorizzati: la maggioranza tra loro e' molto
povera e vive grazie alle sovvenzioni israeliane. Avendo molti figli e ricevendo
sovvenzioni per ogni figlio, non vivono proprio malissimo anche se disoccupati. Sanno che
passando sotto il regime di Arafat non riceverebbero NIENTE e finirebbero per vivere
esattamente come i loro fratelli dei campi profughi, cioe' nella miseria piu' nera e
praticamente senza diritti. Molte telefonate preoccupate di cittadini di Gerusalemme Est
arrivano all'ufficio del sindaco di Gerusalemme.
Comunque, aggiungo io, non dovrebbero essere ulteriormente preoccupati perche' l'ultima
notizia di oggi e' la dichiarazione di un esponente della A.P., Rabbo, il quale dice che
nessun documento sara' firmato da loro se non include la completa sovranita' palestinese
sul Monte del Tempio, su tutta Gerusalemme Atika' e Est e se non rientrano in Israele
tuttii i palestinesi che vogliono farlo. le ultime cifre parlano di 4 milioni, compresi i
morti che , se non potranno entrare per ovvie ragioni, dovranno comunque ricevere le
sovvenzioni da Israele, USA e Europa.
Caro Dottor Franceschini
(La Repubblica),
allora come la mettiamo? Barak, nonostante la durezza del programma di -pace- di Clinton,
ha detto di si. Israele deve rinunciare a Gerusalemme, al Monte del Tempio, alla valle del
Giordano, dovra' evacuare 40.000 persone che vivono negli -insediamenti-. Terribili
decisioni, rabbia immensa, grande dolore ma diciamo di si pur di avere questa benedetta o
maledetta pace.
Arafat che dovrebbe ricevere tutto quello che non ha mai avuto, ha detto di no. Non
contento di questo ci fa saltare gli autobus (e solo per miracolo, poiche' una della bombe
non e' esplosa, non c'e' stata una strage), ci fa sparare addosso da tutte le parti.
Oggi,oltre all'attentato di Tel Aviv, altri 4 feriti vicino a Gaza e un morto ammazzato da
un'altra parte.
Noi dobbiamo sempre trattare anche sotto il fuoco, anche con i linciaggi, anche coi
rapimenti ( a proposito c'e' qualcuno che si ricorda che 4 israeliani sono nelle mani dei
terroristi hezbollah che impietosamente non dicono nemmeno se sono vivi o morti?) , anche
con le centinaia di morti fatti durante gli attentati del 93/94 95/96/97. A loro sono
sufficienti i due passi che Sharon ha fatto sul "nostro" Monte del Tempio.Per
loro e' sufficiente che il sindaco di Gerusalemme (che e' ancora, tutta intera, la nostra
Capitale) sposti il suo ufficio in un atto dimostrativo assolutamente pacifico in una
parte di Gerusalemme che comunque resterebbe israeliana, perche' si sentano provocati.
Vogliono la guerra, fanno la guerra e noi continuiamo a trattare nonostante tutto.
Ma come la mettiamo Dottor Franceschini? C'e' qualche giornalista di "sinistra"
che scrive che i palestinesi sono perlomeno "intransigenti"? Lo avete scritto
per anni quando Israele tentava di difendersi con la forza della disperazione. Ci
accusavate di essere "intransigenti" perche' volevamo vivere.
Certo, anche i palestinesi hanno le loro ragioni. Esistono. Sono qui. Sarebbe giusto
trovare un modus vivendi. Le ragioni di Israele per la quasi totalita' dei giornalisti
italiani non esistono. Nessuno ha il coraggio di scrivere che Israele non puo' far entrare
4 milioni di palestinesi(sono le ultime cifre ma cambiano in continuazione e sempre in
aumento ) senza arrivare al suicidio, alla fine di tutto, all'eliminazione di Israele per
sempre.
Nessuno scrive che non e' giusto accettare il ricatto di Arafat che pretende il
"ritorno" dei -discendenti- di quelli che se ne andarono nel 48. I discendenti:
zii, cugini, nipoti, nonni, nonne, parenti chi piu' ne ha piu' ne metta. Se vogliono la
legge del ritorno perche' gli piace copiare tutto da noi, benissimo: tornino in Palestina
quando esistera'. I profughi ebrei scacciati nel 48 dai paesi arabi non usufruiscono della
legge del ritorno per tornare nei loro paesi di origine, si usufruisce della legge del
ritorno per tornare in patria. Per gli ebrei e' Israele, per gli arabi palestinesi e' la
Palestina che verra'. Se vogliono Israele a che gli serve anche la Palestina? E' esagerato
pretendere la botte piena e la moglie ubriaca: la Palestina e Israele. Penso sia chiaro
anche per voi giornalisti.
Nel frattempo il grande uomo, quel Arafat ricevuto da Papi e statisti , l'uomo che voi
avete esaltato come un grande eroe dimostra di non essere altro che il piccolo vigliacco
terrorista che noi conosciamo molto bene. E' incapace persino di fare la pipi' se non va
da Mubarak, e' incapace di decidere se dire un si o un no chiari a Clinton. Deve aspettare
lunedi' la decisione dei paesi arabi. Il vostro grande uomo! Il criminale di sempre,
disgrazia dei palestinesi e tragedia di Israele portato in trionfo ad Assisi, abbracciato
dal Papa, baciato con amore da Chirac e da Occhetto.
La fortuna di quest'uomo e' stata di avere come controparte Israele : le sue intifade in
Siria o in qualsiasi altro paese arabo, avrebbero avuto la durata di una giornata, forse
anche meno. Avere come controparte Israele gli ha procurato l'appoggio incondizionato del
mondo intero, avesse avuto un'altra controparte sarebbe un Ochalan qualsiasi.
Come la mettiamo, dottor Franceschini? Esiste un minimo di obiettivita' nel giornalismo
italiano?
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