Ma l'autoriproduzione da sola non è sufficiente. Abbiamo bisogno anche della mutazione, e l'aggiunta di questa caratteristica risulta essere un'operazione sorprendentemente costosa. Nel suo libro Le Ton Beau de Marot (1997), Douglas Hofstadter ha posto l'accento su ciò che lui chiama intrusioni spontanee in ogni processo creativo, sia che queste siano la conseguenza degli sforzi di un artista umano, di un inventore o di uno scienziato, sia che siano solo le conseguenze dell'attività della selezione naturale. Ogni incremento della progettazione che compare nell'universo inizia con un momento di serendipità, l'intersezione non progettata di due traiettorie che genera qualcosa che risulta essere, retrospettivamente, ben più di una mera collisione. [...]
Le simulazioni al computer dell'evoluzione abbondano e ci mostrano il potere della selezione naturale nel creare, in un mondo virtuale qualsiasi, novità straordinariamente efficaci in periodi di tempo incredibilmente brevi. Si tratta però, giocoforza, sempre di ordini di grandezza inferiori a quelli del mondo reale, perché questi mondi sono sempre molto più tranquilli. Ciò che accade in un mondo virtuale è solo ciò che il progettista ha specificato debba accadere.
DC Dennett. L'evoluzione della libertà. Raffaello Cortina, 2004: 65