Vale a dire: una teoria deve fare previsioni che, nel caso la teoria sia falsa, possano essere contraddette dall'esito di qualche osservazione o esperimento effettivamente eseguibile. In questo modo le teorie non sono derivate, ma verificate dall'esperienza. Ad esempio, prima della scoperta della radioattività i chimici credevano (e ne avevano conferme da innumerevoli esperimenti) che la trasmutazione fosse impossibile. Rutherford e Soddy avanzarono l'audace ipotesi che l'uranio fosse in grado di trasformarsi spontaneamente in altri elementi. Quando poi lo dimostrarono creando del radio in un contenitore ermeticamente chiuso in cui avevano messo dell'uranio, confutarono l'idea prevalentemente accettata e la scienza progredì. Il tutto fu possibile perché la vecchia teoria era verificabile, cioè era possibile fare esperimenti per confutarla. Per contrasto, l'antica credenza secondo cui la materia era composta da varie combinazioni dei quattro elementi - terra, aria, fuoco e acqua - non era verificabile, perché non specificava alcun modo per verificarne la presenza. Dunque nessun esperimento l'avrebbe mai potuta confutare e non era passibile di affinamento (e in effetti cosi fu).
L'Illuminismo fu fondamentalmente un cambiamento filosofico.
Deutsch D. L' inizio dell'infinito. Spiegazioni che trasformano il mondo. Einaudi; 2013
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