La chiave che ci permetterà di attuare questo cambiamento è un'inversione prospettica, descritta da Stephen White in The Unity of Self (1991, capitolo 8, "Moral responsibility"). Non provate a ricorrere alla metafisica per dare fondamento all'etica, dichiara; fate l'opposto: utilizzate l'etica per fissare quei concetti che vorremmo stabilire con il nostro criterio "metafisico". Prima mostrate come ci possa essere una giustificazione interna per il comportamento di quegli agenti che accettano la loro punizione - dicendo, di fatto, "Grazie, ne avevo bisogno! " - e poi usate quella comprensione per ancorare e supportare un interpretazione del vostro enunciato fulcro, avrei potuto agire diversamente, "Un agente avrebbe potuto agire diversamente da come ha fatto solo nel caso in cui l'attribuzione della responsabilità e della colpa all'agente per l'azione in questione è giustificata" (p. 236). Detto altrimenti, il fatto che valga la pena desiderare ed avere un libero arbitrio può essere utilizzato per ancorare la nostra concezione del libero arbitrio, in uni modo che i miti metafisici non riescono a fare.
DC Dennett. L'evoluzione della libertà. Raffaello Cortina, 2004: 394