I risultati sono grosso modo gli stessi qualunque cosa si misuri e in qualunque modo la si misuri. I gemelli monozigotici allevati separatamente sono estremamente simili; i gemelli monozigotici allevati insieme sono più simili fra loro dei gemelli dizigotici allevati insieme; i fratelli biologici sono molto più simili fra loro dei fratelli adottivi. Tutto ciò si traduce in valori di ereditabilità alti, in genere fra 0,25 e 0,75. Una sintesi convenzionale è che circa metà della variazione in intelligenza, personalità ed esiti di vita è ereditabile: un correlato o un prodotto indiretto dei geni. Essere molto più precisi è difficile, perché i valori di ereditabilità variano all'interno di quella gamma per una serie di ragioni. Per esempio, a seconda che l'errore di misurazione (random noise) venga incluso nella varianza totale da spiegare o stimato ed espunto dall'equazione. Oppure a seconda che vengano stimati tutti gli effetti dei geni o solo gli effetti additivi: quelli che esercitano la stessa influenza indipendentemente dagli altri geni della persona (in altre parole, i geni dei tratti che si riproducono fedelmente). Una terza ragione è la quantità di variazione presente nel campione: campioni di ambiente omogeneo danno stime di ereditabilità alte, campioni di ambiente disomogeneo più basse. Una quarta è la misurazione di un tratto nel corso della vita di una persona. L'ereditabilità dell'intelligenza, per esempio, aumenta con il passare degli anni, e può giungere a vita avanzata fino a 0,87 Dimentichiamoci del «Come è piegato il ramoscello...» e consideriamo piuttosto un «Santo cielo, mi sto trasformando nei miei genitori!».
PINKER S. Tabula rasa. Mondadori, 2005. p 459